se non avessi fatto quella telefonata…

Se non avessi fatto quella telefonata…

2021 October 20 WEDDING STORIES by Diego Taroni

Una mattina come tante. In palestra. Sul Tapis roulant. Oppure sulla cyclette non ricordo. Suona il telefono, anzi vibra, e rispondo ansimando perché non sopporto le “chiamate non risposte” sia in entrata che in uscita. (perdonatemi il lessico) “Buongiorno sono Laura parlo con Diego il fotografo di matrimonio?“

Già una sposa, perché di sposa si trattava e subito avevo inteso, che ti telefona direttamente è già donna con forte personalità, quindi il tipico “bridal avatar” di Photo27. Ma quello che mi dice successivamente mi colpisce.. Ovvero mi spiega che il marito, ovvero futuro marito, non voleva che lei mi telefonasse perché guardando il sito ha visto che ho realizzato il matrimonio di tanti VIP, anche se per me ogni sposa è VIP, ma soprattutto il matrimonio di Belen. “Cosa lo chiami a fare? Quello ha fotografato Belen… Speri che fotografi te? “

Ma lei, Laura, che non teme paragoni, perché è più forte il suo desiderio di rincorrere un sogno piuttosto della paura di non essere all’altezza, mi telefona.

Io rimango affascinato da questa donna, sensazione che provai già in passato con una sposa pugliese, ma questa è un’altra storia. Ma come comune denominatore abbiamo il futuro marito che dice loro di lasciar perdere, mentre loro vogliono quel fotografo di matrimonio di Milano, non solo perché ha realizzato le foto del matrimonio di Belen e Stefano, ma perché vogliono “quella foto”, l’opera, non solo lo scatto rubato, ma la frazione di secondo da scorgere sulla parete mentre rientrano a casa, dopo una giornata dura e, fermandosi a guardarla sorridono, e tutto passa.
Quando una sposa mi parla come ha fatto lei affonda la lama nel burro, mi tocca quelle corde per cui vivo da fotografo e non sono fotografo per scelta… La fotografia ti sceglie e tu vivrai per lei, ma anche questa è un’altra storia.
Quando Laura mi ha visto arrivare il giorno del matrimonio era commossa e percepivo agitazione nell’aria perché ero arrivato io, una persona molto semplice con un grande cuore, che ha fatto cose grandi ma che ama le cose piccole, dove trova grandi emozioni e ci si tuffa.
Inutile dire che quel giorno ce l’ho messa tutta (come sempre), mettendo a repentaglio i miei menischi perché il punto di ripresa ideale in quell’abbazia era troppo basso, ma lei meritava quel punto di ripresa perché meritava quello scatto li, da guardare rientrando a casa dopo una dura giornata.
Ricordo un abbraccio tra me e lei dopo i fuochi d’artificio in cui la mia assistente fotografa attenta notò la mia commozione, perché io sono fatto così, perché il successo lavorativo mi ha conferito una forza e serenità che divampa e che devo “sharare” (lasciatemelo scrivere così mi metto a ridere e non piango mentre scrivo…) come fossero semi che lancio nel vento dopo un grande scatto, e cadono dove devono cadere. Da uno di quei semi è arrivata lei, che mi ha fatto commuovere, perché quel giorno mentre correvo sul Tapis roulant o pedalavo sulla cyclette come ho detto non ricordo, ha fatto quella telefonata ed in seguito mi disse:
“Se non avessi fatto quella telefonata sarei rimasta con il rimpianto di non averla fatta per tutta la vita.”

Ecco perché mi sono commosso, ecco perché ho pianto, e ha pianto anche lei.

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